PRIMO PREMIO ASSOLUTO
“Ciao, Nik!”
racconto di Silvia Guarnieri
Motivazione. È una lettera struggente a qualcuno, Nik, che è morto all’improvviso e non ha potuto donare i suoi organi. L’io narrante è un’infermiera a lui molto legata, che si trova a vivere il dramma nel doppio ruolo di amica, o forse di più, e di assistente. Ma tutto il dolore di una perdita vissuta così da vicino ha una conseguenza: quella di incoraggiare e quella di compiere al suo posto un atto, quello della donazione, che al protagonista è stato negato. Si tratta di pagine estremamente coinvolgenti; lo stile è asciutto senza alcuna indulgenza alla retorica e all’effetto, da cui traspare una commozione autentica. Dalla negazione “Ciao Nik” arriva ad un’affermazione ben più convincente di qualsiasi proclama. Il giudizio, quasi unanime, della Giuria è stato un “ottimo” sicuramente meritato.
SECONDO PREMIO
“La vita attesa”
cortometraggio realizzato dall’Associazione Italiana Trapiantati di Fegato
Motivazione. Attraverso una trama ben delineabile, il video colpisce per la sua originalità e l’efficacia del suo messaggio. Il video mostra come due vite siano indissolubilmente legate tra loro e come dalla decisione dei parenti dell’uno dipenda la vita dell’altro. Mettendo in scena un contesto giovanile abbastanza consueto (il tatuaggio dell’uno e il lavoro nel cantiere dell’altro), la storia propone un doppio finale, mostrando quindi le conseguenze di una decisione che nasce dal dolore ma scatena salvezza. Il giudizio della commissione è stato “ottimo” nella maggior parte dei parametri.
TERZO PREMIO
“Il dono”
racconto di Francesca Maria Zimmardi
Motivazione. Il racconto è caratterizzato da un impianto narrativo tradizionale. Una storia che parla di una resurrezione, perché gli organi donati di uno dei personaggi consentono a un bambino che porta lo stesso nome di vivere. Estremamente efficace è sembrato alla commissione la scelta di far vivere ai personaggi (i genitori del ragazzo morto) la familiarità con il bambino salvato dagli organi dell’altro, come un passaggio di testimone che si identifica realmente con un desiderio realizzato di vita. La Giuria si è espressa con un giudizio “ottimo” nella maggior parte dei casi.
La Giuria intende infine complimentarsi con tutti i partecipanti. Ciò che è emerso dall’analisi complessiva è stata l’autenticità, la ricercatezza delle storie, come si fa di solito con le cose davvero importanti, la loro commossa e commovente partecipazione. Anche se narrano di vicende dolorose, tratto comune di tutte è la riconoscenza e la gratitudine che traspare, talvolta sottintesa, talvolta dichiarata. Come se un happy end fosse implicito in ogni vicenda, felice, appunto, anche per il solo fatto di poterla raccontare.
Torna alla pagina: I risultati finali